Donna borse e taccuini

Quando nella borsa ci sono penne e taccuino. Portali sempre con te

Quando nella borsa ci sono penne e taccuino, ovunque può nascere una storia.

Stamattina, mentre preparavo la borsa, mi sono accorta di una cosa.

Senza pensarci troppo, avevo già infilato il portatile, l’astuccio, il caricabatterie, la pochette con le solite cose: burrocacao, fazzoletti, una bustina di tè (che porto ovunque, anche se poi non lo bevo mai).

Ma proprio mentre stavo per chiudere la cerniera, ho rallentato.
Ho guardato quel piccolo spazio libero in fondo alla borsa.
E ci ho infilato dentro il mio taccuino da viaggio, quello di Pepita ispirato alla tradizione del Chado, e la penna con cui scrivo quando voglio sentirmi vera, la Sunset della Faber, magnifica.

Non era una mattina diversa dalle altre. Avevo appuntamenti con clienti in negozio, messaggi da rispondere, ordini da preparare. Ma mettere quel taccuino in borsa è stato come infilare un’àncora.
O forse un biglietto per respirare, per ricordarmi che

non sono fatta solo di cose da fare, ma anche di pensieri che hanno bisogno di spazio per germogliare.

Mi sono chiesta se anche tu lo fai.
Se anche tu hai una penna che tieni “per sicurezza”, non nel senso pratico, ma perché ti dà un senso di possibilità.
Perché con quella penna, ovunque ti trovi, puoi iniziare una storia.
Scrivere un pensiero che avevi bisogno di tirare fuori.
Annotare qualcosa che vuoi ricordare solo per te.

Penso spesso a cosa portiamo con noi, ogni giorno.
E quanto quello che mettiamo in borsa dica molto di più di quello che sembri.

Non portiamo solo oggetti.
Portiamo piccoli mondi.

Magari hai in borsa un tablet, il caricabatterie, un documento da consegnare.
Ma magari, nello stesso spazio, porti anche una poesia iniziata e mai finita,
un disegno che non hai ancora avuto il coraggio di terminare,
una lista di cose che ti rendono felice, scritta di notte quando non dormivi.

E allora mi dico che le borse, per donne come noi, non sono solo contenitori.
Sono spazi mobili di libertà.
Posti in cui il lavoro convive con la creatività, dove la razionalità lascia spazio, se vuoi, a un po’ di tenerezza.
Dove puoi metterci dentro una giornata intera, ma lasciare uno scomparto vuoto per un’idea che deve ancora nascere.

A casa la Scrivania, in giro la tua Borsa

A casa, magari, hai la tua scrivania.
Quel posto magico dove ti siedi e scrivi, disegni, pensi, ti perdi.
Ma quando sei in giro, la tua borsa diventa il tuo scrigno.
Non solo un oggetto utile, ma un luogo che raccoglie il tuo mondo:
il visibile e l’invisibile,
il necessario e l’essenziale,
la praticità e la poesia.

Non importa se oggi andrai in ufficio, a prendere i bambini, a un appuntamento, o semplicemente a bere un caffè con te stessa.
Se nella borsa hai anche una penna e un taccuino,
ti stai concedendo uno spazio in cui può nascere una storia.

Magari solo tua.
Magari da condividere.
O magari da dimenticare, ma che ti avrà fatto bene scrivere lo stesso.

E forse ora ti starai chiedendo…

…perché in una cartoleria come Arité, dove si parla di penne, parole e desideri scritti, ci sono anche borse?

La risposta è semplice: perché scrivere non accade solo su una scrivania.
Succede anche tra una corsa e l’altra.
In un parco, in treno, in una sala d’attesa, su un gradino assolato.

Le penne e i taccuini hanno bisogno di un posto dove stare,
e tu hai bisogno di poterli portare con te.
In qualcosa che ti somigli, che sia bello da guardare e comodo da vivere.
In qualcosa che, nel suo silenzio, ti dica:

“Se vuoi, puoi fermarti anche solo cinque minuti. E scrivere.”

Ecco perché, tra una pagina e l’altra, da Arité trovi anche borse.
Perché ogni donna che scrive ha bisogno di un luogo dove mettere il proprio piccolo mondo.
E continuare a portarlo con sé.

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